Una vecchia pubblicità recitava: il telefono la tua voce. Parlando di Nives si potrebbe aggiustare come il telefono i tuoi ricordi. Ma non quei ricordi “belli” che si raccontano guardando le foto in bianco e nero, sono invece quelli omessi mentre si sfoglia l’album di famiglia. Nives è la nostra “anima nera”, la bocca della verità, la sincerità dei tradimenti. Ventri anni dopo, in una lunga conversazione notturna al telefono. Un vecchio telefono casalingo, di quelli con la cornetta, giustappunto. Questa è Nives, impossibile da non amare. “Nives” l’ultimo spiazzante romanzo di Sacha Naspini. Semplice e cattivo, così come sono le cose di tutti i giorni, così come sono le persone tutti i giorni. Si legge d’un fiato, perchè, la conversazione è come una calamita: un ricordo ne richiama altri e si confondono le foto dell’album d famiglia. Eppure tutto inizia quasi per caso, un errore, un incidente, una brutale aggressione tra un uomo e un maiale e poi prosegue con una nuova vita per Nives una nuova amica, una gallina storpia che, guarda caso, ha un piccolo “blocco” che costringe Nives a chiedere aiuto al veterinario. Di notte, una lunga, interminabile telefonata dove le zolle della terra si alzano e poi misteriosamente, un po’ scommesse si rimettono a posto. Spolverato da una diffusa cattiveria il libro di Sacha Naspini non lascia indifferenti, anzi trascina il lettore nelle vicende nascoste di una generazione ormai invecchiata e pronta a ribaltare il sorriso di quelle foto in bianco e nero. E’ un giallo? E’ un noir? Decidete voi, ma è leggere senza se e senza ma.

Elena